Mélange

Per questo progetto mi servono quante più gradazioni di grigio possibile. Da un parte è divertente, dall’altra è complicato. Alla fine della fiera i toni di grigio sono un po’ quelli,  e non cambiano poi tanto da una casa produttrice all’altra. Ecco perché, in generale, se trovo un grigio che mi piace lo prendo. Punto e stop. Ormai non sto più nemmeno a vedere se ce l’ho già o meno. Inizialmente giravo con alcuni tondi pronti, come termini di paragone. Ma ormai vado ad istinto.

Come questa bellissima Léttlopi della Ístex-Lopi. L’ho trovata da Lanadimiele in 4 diverse tonalità di grigio e non ci ho pensato due volte a prenderle tutte. 100% pura lana islandese, cruda, un po’ ruvida al tatto, ma posso facilmente immaginarla anche per un bel maglione. Nello stesso gomitolo il colore non è univoco, ma è il prodotto di sfumature diverse, e ciò è perfettamente in linea con le mie preferenze.

Mi piace mescolare filati con tinte dalle differenze sufficienti per essere notate, ma non eccessive. Amo il ton sur ton, la commistione di colori simili, sfumature graduali all’interno dello stesso tono.

Mélange ‹melã′ˇ∫› s. m., fr. [der. di mêler «mescolare»]. – 1. Mescolanza, insieme risultante dall’unione di elementi diversi: un m. di colori, un m. di verdure, un m. di gruppi etnici. In partic., nell’industria tessile, il termine è riferito a filati composti di fibre di diverso colore, o a tessuti che si presentano con effetto di colore sfumato e non nettamente distinguibile.

Da: Vocabolario Treccani

Non sono mai stato uno per il bianco e nero. Né nella maglia, né nella vita. Diffido dalle situazioni dove sembra facile decidere il colore preponderante. Esprimere un giudizio netto, definitivo, o così o cosà, non fa per me. Preferisco immaginare una gamma di grigi, ognuno con il suo valore e con la sua porzione di verità. Forse mi costa uno sforzo extra sceglierne uno, ma non riesco a rinunciare a nessuno di essi. Bianco e nero vanno bene, ma non possono esistere da soli.

Copertina pop: packaging e consegna

Il risultato finale mi ha davvero soddisfatto. Confesso, ho ricevuto tanti complimenti e ho influenzato le mie amiche e colleghe del club di maglia. Alcune si sono già messe all’opera per replicare il progetto e mi hanno chiesto indicazioni. Il mio (peraltro modestissimo) ego ha lanciato coriandoli qua e là!

Ho consegnato a Valentina la copertina insieme ad un coniglietto e un berretto da elfo. Il coniglietto è una piccola gemma, lo so. Terminato grazie all’intervento cruciale di una delle LaNoLers, Franca, maestra dell’amigurumi, è stato una sorpresa anche per me. A dirla tutta, per un attimo ho pensato di tenermelo, ma poi ho avuto tenerezza per il nascituro e me ne sono privato, non senza una nota di rimpianto. Non so se lo rifarei. Bellissimo eh, specialmente in quel cotone egiziano turchese, ma l’uncinetto del 3.5 mi odia. Sì sì, me l’ha proprio detto, l’ho sentito, più volte. Specialmente nella coda fatta con una circonferenza di 4 punti circa. Ad ogni modo il sentimento è reciproco.

Il berretto viene da un pattern preso da Do Knit, un negozio qui di Milano. Incredibilmente, il pattern non è più disponibile. Appena avrò tempo dovrò farne un certo numero, sono sempre un bel regalo passepartout per bimbi fino ai tre anni.

Valentina è stata contentissima, ed io con lei. Riscopro in queste occasioni che la gioia non è solo di chi riceve un dono, ma anche di chi lo fa.

Copertina pop: assemblaggio

L’unione delle piastrelle mi ha messo a dura prova.
Non ero per nulla contento del metodo utilizzato nel video originale: crea una specie di rilievo che trovo sgradevole.
Ho provato a cucirle, ma non ero soddisfatto, mi sembrava andassero da tutte le parti e i lembi accostati stavano male. Inoltre, il filato che ho acquistato ad un prezzo vantaggioso, tipo stoppino, pur buono nella resa, era fragile e tendeva a spezzarsi se tirato.
Alla fine ho trovato questo bel tutorial:

L’effetto finale mi ha soddisfatto: ho potuto lavorare le piastrelle insieme (molto più pratico che cucirle), la linea di unione si è mantenuta in piano ed è risultata una graziosa fila di V. Come sempre, ho fatto una prova prima.

Anche per il bordo ho pensato a lungo. Ho scelto questo, per mimare lo stile della cucitura.

Come prima cosa ho tirato su tutti i punti, ma con un accorgimento: ad ognuno dei 4 angoli, non fare 3 punti bassi, ma utilizzare lo stesso metodo che viene impiegato nel video del bordo (1 mezza maglia altra, 3 catenelle, 1 mezza maglia alta). Nel primo angolo bastano 3 catenelle e 1 mezza maglia alta; l’altra maglia alta verrà fatta alla fine del giro.

Una ulteriore nota:
Nell’unire le piastrelle, ognuna presenterà 17 punti, da unire ad altrettanti della piastrella adiacente. 15 corrispondenti alle maglie alte, + 2 catenelle, una per estremità. All’inizio e alla fine di ogni fila o colonna, però, vale la pena unirne 18: in corrispondenza dei margini, cioè, unire entrambe le catenelle di angolo. Questo permetterà una squadratura migliore dei margini, e una costruzione più regolare del bordo.

Copertina pop: realizzazione piastrelle

Raramente capita che un collega di lavoro diventi anche un amico. Io ho avuto la fortuna di lavorare e conoscere anche personalmente Valentina, che è ormai più una amica che una collega. Ora, Valentina avrà un bimbo a febbraio 2021 e subito è una gran fame di progetti da realizzare.

La copertina è, ovviamente, un must. Volevo qualcosa di originale, coloratissimo, da realizzare senza portarmi dietro ferri vari (anche perché di progetti già avviati e montati su ferri ne ho fin troppi).
Quindi ho deciso di lanciarmi sui cari e vecchi quadrotti, ma con un tocco di originalità. Bando a tinte tenui, che mi viene il nervoso, con buon pace delle storiche copertine bianche/beige/verdoline/chepalle, che pure alcuni amano. Volevo qualcosa di fuori dal comune, quasi psichedelico. Non sia mai che il marmocchio non si senta stimolato e che la corteccia visiva non spari a mille a qualsiasi ora del giorno e della notte, di fronte ad un caleidoscopio di tinte diverse!

Così ho spulciato un po’ papà YouTube, scartato una serie di ciofeche che, santo cielo, ma tra tutte le cose a questo mondo, davvero quella è la prima che un neonato dovrebbe vedere?! e alla fine sono atterrato su questo modello di piastrella che mi ha catturato.

Il cerchio centrale è fatto da aumenti graduali in un magic loop. Così:

Magic Loop (ML)
3 catenelle
11 maglie alte nel ML
Punto bassissimo nella terza catenella per chiudere giro (12 punti)
3 catenelle e 1 maglia alta nel primo punto
2 maglie altre in ognuno degli altri punti (24)
Poi ancora, come prima, 3 catenelle e 1 maglia alta nel primo punto
Poi 1 maglia alta nel secondo punto
Ripetere le ultime due righe fino alla fine (36)

La quadratura di questo cerchio centrale mi è sembrata divertente, un buon utilizzo di una varietà di punti diversi. Io mi sono fermato al secondo giro, per dare più spazio alla varietà di colore, a scapito del bianco di unione. Quindi in definitiva mi sono servite più piastrelle, avendo di fatto un giro in meno per ognuna di esse.
Ne ho misurata una (12 x 12 cm), ho deciso di fare una copertina 70 x 80 cm, ho fatto le debite proporzioni e ho calcolato un totale di 42 piastrelle (da 12 cm ognuna). In particolare, ho deciso di farne 6 per colore, e di usare 7 colori diversi.

Alcune note:
1. Nascondi le codine alla fine di ogni piastrella. Se decidi di fare prima tutte le piastrelle e poi nascondere tutte le codine alla fine, prepara in anticipo molta pazienza e alcuni gin tonic;
2. Non usare filati troppo diversi tra di loro in termini di spessore. È un buon progetto per mischiare colori, e quindi far fuori residui vari, è vero, ma filati di spessore troppo diverso porteranno a piastrelle difformi. La quadratura esterna aiuta molto a pareggiare, ma i cerchi fatti da filati più sottili vengono necessariamente “stirati”, soprattutto agli angoli, se lo spessore del filato di unione (bianco) è maggiore. Così il cerchio centrale si sforma e sta male;
3. Colori, colori, colori! Prediligi tinte vivaci per ottenere un effetto rainbow. Come il mix che segue: